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Mereghetti si sentiva stranamente euforico, quasi come se si fosse liberato di un peso, e questo non soltanto per il fatto di non avere piu` il machete legato al polpaccio sinistro, del quale il suo fisico non poteva non registrare la presenza anche se a livello psichico non sapeva nemmeno di averlo. Non era uno sciocco e capiva perfettamente il motivo di questo benessere: l'azione lo aveva liberato del condizionamento psichico al quale era stato sottoposto. L'euforia pero` stava cedendo rapidamente il passo alla preoccupazione per le conseguenze del suo gesto. Davanti a lui giacevano due cadaveri e di uno di essi sarebbe stato senza dubbio chiamato a risponderne in prima persona. Non c'era modo di cavarsi d'impiccio: come poteva spiegare la presenza del machete e il suo intervento cosi` drastico come quello di mozzare il capo ad una persona ? Come poteva andare a raccontare alla polizia la faccenda della programmazione ad intervenire con un'arma che non sapeva nemmeno di avere ? Il pensiero della "programmazione" lo turbava non poco: si programmano automi e cloni, non esseri umani; ma forse quell'uomo (strano, non sapeva nemmeno il suo nome) aveva parlato di programmazione in senso lato, intendendo dire condizionamento. Non gli sarebbe piaciuto per nulla scoprire di essere un clone; odiava quei cosi semiumani quasi quanto i robot. E se per caso fosse stato un clone a sua insaputa (credeva di avere un passato, una infanzia, ma aveva letto troppo spesso le cronache di cloni che si credevano umani), l'aver ucciso sarebbe stato immediatamente punito con la morte, anche se si trattava di un altro clone. La pena di morte, che agli esseri umani veniva comminata molto raramente, era quasi l'unica pena prevista per svariati reati commessi dai semiumani. Doveva scomparire, e far sparire l'arma del delitto, per avere il tempo di raccogliere le idee, scoprire qualcosa di piu` del suo passato e di cosa significasse veramente la parola "programmazione", per prepararsi una linea di difesa convincente. E doveva riuscire a farlo senza perdere il suo unico punto di riferimento di quella maledetta faccenda, quell'uomo di mezza eta`, quasi calvo che gia` cominciava a odiare. Si giro` di scatto, infilo` la porta. Corse nel corridoio e afferro` il telefono. Inseri` la propria carta e formo` un numero. Dopo solo un paio di squilli una voce d'uomo rispose con uno strano accento rimbombante che Mereghetti non riconobbe sulle prime. - Chi parla? br> - Sono Mereghetti, sei ... br> - Ciao Al, dove sei? br> - Al lavoro e tu? br> - Sulla luna; sono in vacanza. Aspetta un attimo - pausa - Ah si`, ti ho trovato. Accidenti amico mio sei proprio nei guai! Mereghetti era abituato a questo comportamento dell'amico. Per gli ESP vigeva un codice legale e morale che proibiva di sondare la mente dei propri interlocutori; pero` tra amici ... E poi bisognava riconoscere che un amico telepate, per di piu` laureato in criminologia e titolare di una delle piu` importanti agenzie investigative paragovernative, faceva comodo: non c'era bisogno di spiegarsi con lunghi giri di parole, col rischio di essere fraintesi. - Accidenti Alci: quel pelato deve essere un ESP di prima categoria per averti installato quell'ordine. Con tutte le volte che abbiamo fuso le nostre menti, non mi ero mai accorto di niente. br> - Mi sarei stupito - abbozzo` Mereghetti ripensando con struggente nostalgia a quando erano stati amanti - se te ne fossi accorto; spero che tu avessi di meglio da fare che sondarmi la mente. Fare l'amore per e con un ESP era un'esperienza travolgente: il coinvolgimento era totale, all'eccitazione dei sensi si univa quella delle menti che entravano in contatto tra loro. Un'esperienza sconvolgente e meravigliosa praticamente impossibile da descrivere a parole. Se poi il rapporto era omosessuale, la fusione delle menti era praticamente perfetta, come erano perfette le carezze e le altre manifestazioni fisiche. Per questo esistevano ben pochi ESP eterosessuali. - Non divagare Al. In questo momento hai bisogno di fare del sesso come io ne ho di togliermi il casco per respirare. Come poliziotto non dovrei dirlo, ma ti conviene proprio filartela ... No, non sei un clone, stai tranquillo, i tuoi ricordi sono proprio i tuoi, oppure sei un clone molto ben fatto. Pero` rischi comunque un sacco di grane. E' meglio che tu stia alla larga per un po'. Vedro` di far assegnare il caso alla mia agenzia e mi terro` in contatto con te. Ti chiamero` io sul portatile, pero` non fare piu` chiamate usando la tua carta. - Ma dove vado? - strillo` Mereghetti che stava cedendo all'isteria. br> - Vai alla capanna sul lago, quella che avevamo affittato l'anno scorso. Provvedo immediatamente a rinnovare il contratto a mio nome. Faro` in modo di far mettere alla porta la stessa combinazione che avevamo allora. Se qualcosa va storto resta nei paraggi, da questo momento mi tengo in contatto con la tua mente e sapro` sempre quando avrai problemi. Tieni cariche le batterie del cellulare, perche` purtroppo io non sono un telepate trasmettente ... br> - Senti ... br> - Ho capito, cerca di trovare quel tizio ... anzi no, lascia perdere: se si tratta di un ESP potrebbe essere un guaio sondarlo; cerca la ragazza, avvicinala e fai in modo che possa contattarla, ci penso poi io a sondare la sua mente per capire come ritrovare il tuo uomo, come si chiama e tutto il resto. Mereghetti chiuse la comunicazione e si diresse immediatamente verso il bagno dove aveva visto eclissarsi la ragazza immediatamente dopo l'accaduto. Apri` piano la porta, allargando lentamente la fessura e spingendo avanti il capo per sbirciare dentro. - Ci sono quasi - "pensava" rivolto all'amico nello spazio - e` deserto! br> Apri` completamente la porta e in quel momento senti` dei grugniti provenire da uno dei box, accompagnati da deboli lamenti e da rumori abbastanza eloquenti. Mereghetti sapeva che il sondaggio telepatico con una persona sconosciuta non poteva avvenire che attraverso il contatto visivo anche se mediato da un'altra mente, quindi non poteva fare altro che rischiare di essere scoperto. D'altra parte non poteva restare piu` a lungo nel ristorante, in attesa che quei due smettessero di farsi i loro porci comodi, perche` tra breve sarebbe scoppiato il finimondo. Mereghetti si spinse fino alla porta del box che fortunatamente non aveva il catenaccio e comincio` ad aprirla. Le sensazioni che provava in quel momento venivano ricevute dall'amico, ma essendo una persona abituata ad usare il linguaggio per esprimersi, non pote` fare a meno di pensare, rivolgendosi all'ESP sulla luna quanto quei due si stessero dando da fare in quel cesso. - Accidenti, quella ragazzina sembrava cosi` per bene; non mi sembrava proprio il tipo da eccitarsi davanti a tutto quel sangue e quella violenza ... Inizio` a socchiudere la porta. - Sta pronto, Enrico: un'occhiata e me la batto. Speriamo che ce la fai a stabilire il contatto ... - "detto" questo apri` di piu` la porta a ficco` la testa nella fessura. La ragazza, seminuda, giaceva riversa, in una posizione assurdamente contorta, di traverso alla tazza del gabinetto come una bambola di pezza rotta, come se quel corpo non avesse mai avuto uno scheletro o come se tutte le ossa fossero state frantumate e polverizzate in un colpo solo. Poggiava il capo contro il muro, con un angolo impossibile rispetto al resto del corpo che compiva una strana curva che lo portava quasi a toccare il pavimento per risalire sul gabinetto da dove le gambe, assurdamente divaricate, andavano ad appoggiarsi alla parete opposta. I vestiti erano stracciati e brandelli di stoffa erano sparpagliati tutto attorno. C'era sangue dappertutto, sulla ragazza, sui muri, sui pochi stracci che ancora la ricoprivano, sul soffitto e sul pavimento. Dalla bocca contorta in una smorfia di dolore uscivano deboli gemiti. Gli occhi erano sbarrati ma ormai non vedevano nulla. Inginocchiato sopra di lei stava l'uomo al quale Mereghetti aveva salvato la vita. Lo riconosceva per l'abito impeccabile e l'incipiente calvizia. Mereghetti era sicuro che fosse lui, anche se dava le spalle alla porta e affondava il viso tra le cosce aperte della ragazza, spingendo e muovendo ritmicamente la testa; Mereghetti si rese conto con orrore che quel rumore biascicante che aveva sentito accompagnato da gemiti e grugniti non era il rumore dell'amore ma quello di uno che sta masticando. Un attimo dopo l'uomo si accorse della sua presenza e si giro` di scatto, con un brandello di carne che gli pendeva a lato della bocca. Guardo` con odio Mereghetti, apri` la bocca facendo scattare contemporanemente la testa verso l'alto, in modo che il brandello di carne fini` completamente in bocca. Grugni` di nuovo e si lancio` a testa bassa contro il povero cameriere. br> Lo colpi` allo sterno, facendogli perdere l'equilibrio, poi si rialzo` e con mossa fulminea lo afferro` per le spalle, strappandolo letteralmente in due. Mereghetti non mori` subito: gli resto` il tempo di guardare con orrore le proprie viscere sanguinolente rotolare sul pavimento. Alzo` lo sguardo terrorizzato e fisso` negli occhi il suo tormentatore, poi la sua mente rotolo` nell'oblio della morte. A milioni di chilometri di distanza un uomo urlo` di dolore dentro il casco pressurizzato per il terribile contatto con una mente che moriva, assordando coloro che erano in contatto radio con lui. Contemporanemante l'uomo calvo che aveva guardato neli occhi del morto aveva capito l'unione che c'era tra le due menti e aveva sentito il tocco pressante sulla propria mente di qualcuno stava cercando di sondarla. Ruggi` e agito` il pugno verso il soffitto, mentre il contatto si interrompeva bruscamente.
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