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Gli archiviRobin Round Story
"Che mestiere monotono" pensava Blake, mentre teneva sotto controllo la casa di Betty. "Che personaggio strano" commentava tra se` e se`, rimuginando su quella strana nostalgia che la donna dimostrava nei confronti dei cosiddetti "bei tempi andati". Stava giusto fissando il suo sguardo sul vecchio PathePhone, anche se aveva qualche difficolta` a mettere a fuoco con quel nuovo modello di binocolo ai microraggi, quando finalmente la vide sbucare dalla stanza di fianco. Doveva essere il bagno, visto che ne era uscita completamente avvolta in un asciugamano che i microraggi mostravano molto chiaro, e che Blake si immagino` candido come la neve descritta dai libri. Era stata una fortuna ("ma era davvero una fortuna?" si chiese Blake spazientito) che il magazzino adiacente a quello di Betty fosse ancora vuoto, nonostante la richiesta di alloggi, anche sporchi e puzzolenti, fosse cosi` alta che la gente sperava che il governo costruisse almeno nuovi ponti. Questi nuovi binocoli ai microraggi erano davvero fenomenali, riuscivano a vedere attraverso i muri di cemento armato come se fossero di carta velina, ed erano proprio quello che servivano per un mestiere del genere. Betty si stava servendo un drink, ("un Martini forse? Ma era ancora trovabile?") e Blake fantasticava sul destino di quell'asciugamano, quando i suoi desideri furono esauditi: la ragazza lo fece scivolare a terra, mostrando un corpo cosi` perfetto che nemmeno l'alone verdastro dei microraggi poteva rovinare. Blake sobbalzo`, battendo la testa contro la malandata mensola d'acciaio che il vecchio inquilino di quella topaia aveva generosamente lasciato. L'urto, oltre che procurargli un dolore acuto e lancinante, fece cadere dalla mensola alcuni dei libri che vi erano ancora riposti, e con essi la polvere che il tempo aveva accumulato. Ma Blake era troppo assorto nel godersi lo spettacolo per accorgersi del casino che aveva combinato. E fu un bene, perche` la sua "attenzione" fu presto ricompensata: solo osservando con una tale cura il corpo di Betty, Blake riusci` a intravedere qualcosa...un tatuaggio? No, i tatuaggi non venivano riprodotti dai microraggi, ma allora cos'era? Che cosa poteva avere la forma di un rombo, che cosa poteva essere d'oro (l'intensita` dei microraggi lasciava pochi dubbi sul materiale...quello era proprio raro, rarissimo oro), e soprattutto che cosa diavolo ci faceva appena sotto il suo seno destro? Fu un flash, rapido e indolore, che gli fece capire improvvisamente il pericolo che tutti loro stavano correndo. br> Afferro` con foga il cellulare e compose il numero di Enrico. br> - Pronto? - rispose Enrico al primissimo squillo. br> - Capo, ci sono novita`, grosse novita`... -
Alla "ragnatela" 14 il supervisore era visibilmente contrariato per avere perso irrimediabilmente 80 preziosi crediti. br> "Non ti illudere, clone" - sbotto` - "la scommessa era su "se sopravvivi" e ancora non sei sopravvissuto, caro mio. Ti aspettano ancora due giorni di dure ed impegnative prove di resistenza, solo allora potrai dire di essere un clone operativo." L'operatore lo lascio` parlare, sapeva da tempo che il supervisore non pagava mai le scommesse che perdeva, ma si divertiva ugualmente a scommettere con lui, per il solo gusto di scoprire quale nuova scusa avrebbe escogitato per evitare di pagare i suoi debiti. br> "Attento" - gli disse, punzecchiandolo - "se sopravvive alla "due giorni" ti tocchera` inventare una nuova scusa!" Il supervisore non ebbe il tempo di rispondere, perche` improvvisamente il suono acuto dell'allarme ruppe il proprio silenzio. br> Dagli altoparlanti interni del complesso industriale lo speaker annuncio`, con voce grave ed eccitata: "Attenzione! Attenzione! Allarme rosso! Esplosione alla ragnatela 22! Ripeto: esplosione alla ragnatela 22!" br> Il supervisore sobbalzo` alla notizia. "Ma che cazzo sta succedendo?" - disse, tremando per la paura. Immediatamente l'operatore mise in atto cio` che gli avevano insegnato al corso di addestramento ("calma, lucidita` e velocita` di reazione") e scatto` fuori dalla porta scorrevole impugnando l'estintore in dotazione in ogni cella di maturazione dei cloni. br> Dovette davvero ringraziare l'addestramento, che invece il borioso supervisore non aveva mai avuto (lui era un bioingegnere, non doveva occuparsi delle questioni di sicurezza... per quelle c'erano gli operatori, appunto). Infatti l'operatore era uscito da appena 3 secondi e 22 centesimi che il clone 14, quello che avevano appena risvegliato, strabuzzo` d'un tratto gli occhi all'indietro e la testa gli esplose con una deflagrazione impressionante. In pochi attimi la cella che veniva "affettuosamente" chiamata "ragnatela 14", e che fino a un pochi secondi prima era stata un fulgido esempio della piu` moderna tecnologia industriale, fu ridotta a un inutile cumulo di macerie; Il supervisore, prima di crollare nel sonno perpetuo della morte, schiacciato dalle apparecchiature per la clonazione ormai distrutte, ebbe solo il tempo di formulare il suo ultimissimo pensiero: "lo sapevo, lo sapevo che non saresti sopravvissuto, stronzo!".
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